I nostri "Ziti" siciliani per eccellenza:
l'incredibile storia d'amore di
Mimma & Antonio
La tradizione in Sicilia pervade tutte le espressioni della vita. La tradizione si osserva, si mangia, si tramanda, si fa con le mani, riguarda tutti i passaggi di un’esistenza, anche l’amore.
Molte antiche usanze non esistono più, ma è un dono conoscerle e tramandarle, ridargli vita raccontandole per riflettere sul nostro tempo e sulla nostra storia.
Per questo, in occasione dell'imminente festa degli innamorati, vogliamo raccontarvi una storia d’amore d’altri tempi e presentarvi i nostri innamorati per eccellenza: i nostri NONNI.
Non sappiamo esattamente il giorno in cui Antonio ha messo gli occhi su Mimma, ma era un giorno di tantissimo tempo fa, nel cuore di una Sicilia in bianco e nero, povera, ma piena di vita. L’amore di ieri non è che identico a quello di oggi e se i likes su instagram non esistevano, Antonio aveva trovato l’espediente perfetto per farsi notare da Mimma o semplicemente per guardarla da lontano. Non aveva lasciato niente al caso escogitando un piano eccellente per entrare a casa sua senza che nessuno sospettasse nulla, nemmeno Mimma (perché guai a palesarsi spontaneamente! Ne avrebbe risentito l’onore della ragazza). Un interesse improvviso quanto fugace per lo studio della fisarmonica gli era valso un appuntamento pomeridiano tre volte alla settimana per imparare dal fratello di lei. Geniale, no?
Tra sguardi fugaci e turbamenti d’animo, anche per i più timidi e timorosi di un rifiuto, e Antonio era uno di questi, arrivava il giorno della verità che avrebbe risposto ad un solo interrogativo: questo amore sarà ricambiato?
La tradizione veniva in aiuto ad un tipo schivo ed impacciato come era Antonio, non sarebbe stato lui a dichiararsi alla sua amata, ma avrebbe inviato a casa sua una “mbasciata” a “spiegarsi ‘pi matrimuniu”, che tradotto significa che avrebbe chiesto a sua madre e ad una delle sue sorelle di andare a casa di Mimma per rivelare le sue intenzioni, fino a quel momento abilmente nascoste, ai genitori di lei.
Arrivati a casa sua, Mimma con una scusa veniva mandata via, non le era permesso di assistere a questo appuntamento così determinante per il suo futuro. In quella occasione, la mamma dell’innamorato chiedeva la mano della ragazza ai suoi genitori, raccontando delle abilità, delle doti, delle qualità del futuro sposo; dipinto come un vero e proprio principe azzurro, l’uomo ideale in grado di garantire un futuro solido alla ragazza. Anche i genitori di Mimma hanno raccontato delle sue capacità: cucire, cucinare, accudire i fratelli più piccoli, erano delle qualità ben apprezzate e se a queste si aggiungeva la bellezza, quell’incontro non poteva che far ben sperare. Si parlava anche di affari, una domanda era d’obbligo: “Chi ci date a sta carusa?”, “Chi doti ci lassate?”, qual è la dote che avete preparato per lei?
Forse nemmeno nelle famiglie più povere si osava lasciare che la ragazza arrivasse al giorno della proposta senza una dote: “La figlia nni la fascia e la doti intra la cascia”: già da quando le bambine erano in fasce, le nonne, le zie, le madri ricamavano e allestivano abiti, sottane, intimo, lenzuola, coperte. Pezzi pregiatissimi di sartoria artigianale, fatti di pizzi, merletti, ricami e centrini e attentamente custoditi in dei bauli pronti per essere regalati alla sposa.
Fortunatamente i genitori di Mimma, una volta accomiatati i futuri consuoceri, hanno chiesto il suo parere su Antonio e hanno lasciato che fosse lei a prendere la decisione.
Mimma non lo aveva visto che pochissime volte, mentre imparava a suonare quella famosa fisarmonica e mai aveva osato parlargli, ma ancora con occhi pieni di amore ci racconta che: “ Sì, mi piaceva, taliati chi ucchi biddri ca avi” , aveva incrociato già quegli sguardi nascosti e quegli occhi azzurrissimi e, anche lei se ne era segretamente innamorata, sperando che fossero i suoi genitori, un giorno, a bussare alla sua porta.
La risposta per Antonio sarebbe arrivata presto ed era un bel: SI’! Adesso avrebbe dovuto prendersi di coraggio e organizzare una bella festa per conoscere Mimma e far incontrare le loro famiglie. In occasione di questa festa di fidanzamento, aveva preparato dei regali: l’anello, un orologio, un mazzo di fiori e un ombrello (non si capisce bene perché l’ombrello fosse un regalo così ambito, ma sì, le regalò anche un ombrello).
La festa era un’occasione per scambiare niente più che qualche parola tra loro sotto i mille occhi vigili dei presenti. Durante la festa si “spinnivanu i dolci di ziti”, si offrivano cioè questi dolci tipici, acquistati o fatti a casa per l’evento: paste farcite e deliziosi biscottini o dolci di mandorla, confetti.
Il 26 Gennaio 1957, Mimma e Antonio si sono finalmente sposati a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, e hanno festeggiato per ben tre giorni nella loro casa la nascita della loro incredibile storia d’amore. Un amore fortissimo che dura tutt’oggi, mai scalfito dai problemi, dalle miserie della vita, mai traballante o dubbioso.
Mimma e Antonio si guardano ancora oggi con tenerezza e affetto, avrebbero mille altre storie da raccontare e sono capaci di colorare quelle foto in bianco e nero di una Sicilia antica, romantica e meravigliosa.
Lieto Fine
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